Benvenuto Febbraio, il mese dell’amour, dei nati sotto il segno dell’acquario, del Carnevale. Quello con meno giorni.
Eccoci finalmente ritrovati con questa corrispondenza mensile che a me piace tanto e spero anche a te.
Tutta la varietà,
tutta la delizia,
tutta la bellezza della vita
è composta d’ombra e di luce.
Anna Karenina (1877), Lev Tolstoj
Ti capita mai di percepire dentro di te l’esistenza di personalità diverse?
A volte ci troviamo in delle situazioni in cui emergono dei lati di noi che non conoscevamo e che, spaventati, tendiamo a nascondere.
l giudizio altrui e le norme sociali ci spingono a mostrare sempre e solo la parte “migliore” di noi. L’idea che qualcuno possa scorgere in noi delle zone d’ombra ci fa sentire esposti, vulnerabili.
Accettiamo con difficoltà i momenti in cui diventiamo tristi o arrabbiati o crudeli o egoisti. Ci incolpiamo. Ci chiediamo come sia possibile essere il bene e il male contemporaneamente.
Questa lotta interiore ci divora piano piano ed è quasi sicuramente il motivo principale della nostra infelicità, perché continuiamo a respingere una parte di noi fondamentale.
Senza gli sbagli, le cadute, i difetti, le debolezze, senza le nostre ombre la luce che portiamo dentro non si vedrebbe mai.
Lottare contro le proprie ombre
Ne Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde, Robert Stevenson, figura emblematica del romanzo vittoriano di fine ‘800, affronta il tema del doppio estremizzando le conseguenze di una mancata accettazione del proprie ombre interiori.
La storia parla dell’integerrimo Dottor Jekyll che, la sera, dopo aver passato la giornata a prodigarsi per i suoi pazienti e a lavorare per il progresso scientifico, si trasforma in Mister Hyde, un uomo dall’aspetto ripugnante, spinto puramente da istinti egoistici e malefici.
Ma perché lo fa? Il Dottor Jekyll si rende conto di avere dei desideri, delle pulsioni, delle volontà devianti rispetto all’immagine di uomo e professionista perfetto che si è costruito negli anni. Non può accettarlo, non vuole rovinare la propria reputazione, ma sa anche che reprimendo quella parte di sé non potrà mai esprimersi nella sua totalità.
Ecco, quindi, che un giorno crea una pozione che lo trasforma nella sua versione peggiore. Un essere umano, in carne e ossa, che rappresenta tutto ciò che di male c’è in lui.
In questo modo può essere completamente sé stesso senza che gli altri possano giudicarlo.
Spoiler alert la storia non finisce bene.
Agli stessi anni appartiene Il ritratto di Dorian Gray, un libro che probabilmente ti avranno costretto a leggere al liceo.
Degli innumerevoli temi toccati in questo romanzo, vale la pena evidenziare l’incapacità di Dorian di accettare ogni imperfezione di sé, tanto da essere disposto a vendere la sua anima al diavolo per rimanere giovane per sempre.
Il quadro con il suo ritratto diventa l’oggettificazione della sua ossessione, perché lì dentro rimarrà eternamente perfetto.
Lottare contro le proprie imperfezioni non mai è la scelta giusta.
Ispirata al romanzo di Stevenson è la storia de Il visconte dimezzato, celebre romanzo di Italo Calvino.
Ambientato alla fine del ‘500, il romanzo racconta la sfortunata e surreale vicenda del visconte Medardo di Terralba che in battaglia viene diviso a metà da una palla di cannone. Prendono così vita il “Gramo”, la parte crudele e disumana di Medardo, e il “Buono”, quella eccessivamente generosa e accondiscente. Tra dissapori, lotte, inganni e incomprensioni, queste due metà rendono difficile la vita a tutti gli abitanti di Terralba. I guai si aggravano quando entrambi si innamorano di Pamela, una giovane pastorella che rifiuta le esagerazioni dell’uno e dell’altro.
Incapaci di vivere separati, alla fine le due metà di Medardo si dovranno riunire in un’identità unica.
Questo racconto immaginifico impartisce un’importante lezione: solo accettando sia la parte buona che quella cattiva della nostra anima possiamo aspirare ad una reale completezza.
Rimanere fedeli a sé stessi
Un personaggio letterario che credo rappresenti al meglio la scissione interiore tra luce e ombra è Emma Bovary, la protagonista del capolavoro flaubertiano Madame Bovary.
In una prima lettura superficiale, il libro racconta la storia di Emma Bovary, moglie del medico di una cittadina provinciale francese. Emma vive in un modo fatto di fantasie, sogni e desideri, che si scontra spesso con la sua vita monotona e priva di romanticismo. Sopraffatta dalla noia e da un senso di disprezzo verso la mediocrità e l’indifferenza di suo marito, Emma intraprende delle relazioni extraconiugali.
Si potrebbe parlare per ore di questo libro. Non per questo ancora oggi suscita un incredibile fascino in ogni buon lettore. Ma ciò che mi interessa evidenziare qui è la complessità interiore della protagonista che, nella maggior parte dei casi, provoca un senso di fastidio e odio nei lettori. Perché?
Perché Flaubert non si è preoccupato di nascondere le sue ombre. Anzi. Emma è superficiale, scontrosa, egoista, annoiata, bugiarda, adultera. Tutto quello che fa lo fa guidata esclusivamente da un desiderio interiore. Eppure, man mano che la conosciamo, ci rendiamo conto che è anche una sognatrice, forse infantile sì, ma anche romantica, elegante, dolce e, per certi versi, ingenua.
Emma non nasconde mai a se stessa chi è davvero, non si incolpa, non ne soffre. Probabilmente quello che la fa davvero soffrire è l’idea di non provare affatto emozioni.
È questa sua duplicità che ci tiene incollati alle pagine del libro fino alla fine. E che, ad oggi, l’ha resa uno dei miei personaggi letterari preferiti.
Cercare l’altro sé in un’altra persona
Accettare le proprie ombre spesso può voler dire relegare il proprio non essere ad un’altra persona. Ed ecco che, consapevoli dei nostri difetti e delle nostre mancanze, ci affianchiamo a qualcuno che ci compensa.
É quello che succede a Pereira, un giornalista ammalato, flemmatico, senza ambizioni e, in fondo, anche privo di coraggio. La sua vita cambia quando incontra Monteiro Rossi, un giovane ribelle con la voglia di cambiare il mondo.
Ambientata nella Lisbona salazarista del ‘900, Sostiene Pereira è un libro sulla libertà e sull’amicizia, ma anche sulla profonda riflessione dell’identità.
Pereira è consapevole di dover utilizzare la sua professione per denunciare l’oppressione del regime politico e lottare contro di essa, eppure da solo non riesce a farlo. É un codardo, e ha imparato ad accettare le sue mancanze già da molto tempo. Ma affiancandosi a Monteiro Rossi, quasi fosse un suo alter ego, cerca di rendere quelle ombre meno buie.
Come accettarsi nella propria totalità?
Non basterebbero una vita e milioni di libri per arrivare a una risposta, ma magari queste letture viste insieme possono darti ottimi spunti di riflessione. Intanto, ti lascio con questa domanda.
Il 2024 non è iniziato proprio con il piede giusto, tra acciacchi vari e disagi emotivi, ma almeno a metà mese sono tornata nella mia città del cuore🇵🇹. E già questo mi ha risollevato il morale. Peccato per la pioggia però.
La ripartenza dopo le vacanze natalizia è stata piuttosto lenta e, come ogni anno, questo mese è sembrato avere 85294750 giorni. Continuo il mio conto alla rovescia per rivedere la mia meravigliosa nipotina e nel frattempo ho prenotato due weekend niente male per questa primavera.
Piano piano il mio angolo dei libri prende forma, e qualche giorno fa sono rimasta meravigliata dall’aver ricevuto la fiducia di un’autrice nel leggere e raccontare del suo libro.
Riassumendo questo mese in una lettura, scelgo L’ultima cosa bella sulla faccia della terra (Michael Bible, 2023, Adelphi), un libro che riflette su come, nonostante le cose brutte che possono capitarti e il buio che ti porti dentro, ci sarà sempre qualcosa di bello per cui rimanere attaccati alla vita.
Com’è andato il tuo Gennaio invece?
Prima di andare via…
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📷Cover photo by Federica Giusti on Unsplash
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Grazie, Federica :)