Arigatō, Giappone
Ep.14 | Un resoconto molto sincero e ironico sul mio viaggio in Giappone.
Buon lunedì a tutti e tutte! Non ci credo che esattamente un mese fa ero a Kyoto, ancora persa nella meraviglia di un Paese unico al mondo.
Dopo aver raccolto un po’ le idee, in questo episodio vi parlo della mia esperienza in Giappone, nella speranza di lasciarvi qualche consiglio utile e un po’ di divertenti curiosità per un vostro futuro viaggio. Se ci siete già stati, invece, questa è l’occasione giusta per confrontarci!
Come di consuetudine, un grande benvenuto alle nuove arrivate e ai nuovi arrivati. Grazie per la fiducia.🌈
Fai scoprire questa newsletter a qualcuno che pensi possa apprezzarla! Ti ringrazierà😎
10 giorni tra Tokyo, Kyoto e Osaka
La mia intenzione non è quella di snocciolare una caterva di nomi di posti e attrazioni da vedere.
Diventerebbe un episodio troppo lungo e non aggiungerebbe molto di più rispetto a una guida cartacea - che ti consiglio di prendere per orientarti meglio una volta sul posto - o a tanti altri articoli di blog presenti nel web - molti dei quali ho consultato per poter definire un piano prima di partire.
Con questo episodio voglio condividere la mia esperienza personale e molto, molto onesta, su alcuni aspetti che credo siano fondamentali per la sopravvivenza in questo viaggio.
Noi ci siamo spostati tra Tokyo, Kyoto e Osaka nel giro di 10 giorni, rimanendo 5 giorni a Tokyo, 2 a Kyoto e 2 a Osaka, e riservando un giorno intero per l’escursione al Monte Fuji.
In generale, i calcoli erano abbastanza giusti. Tornando indietro, però, credo che 15 giorni totali, inclusi 2 giorni per andare e tornare, sarebbero stati perfetti.
A Tokyo ci sono tantissime cose da vedere e le distanze sono infinte. Nonostante sia ben collegata, prendere diverse metro e treno e macinare km e km risulta parecchio stancante, soprattutto in estate.
Kyoto avrebbe sicuramente meritato 3 giorni pieni e, personalmente, è quella che ho amato di più. Mi è dispiaciuto non averla vista meglio.
Osaka 2 giorni vanno più che bene, considerando l’escursione a Nara e la visita al parco divertimento Universal. Onestamente credo che Nara sia sopravvalutata e, pur consapevole che in Giappone i cerbiatti sono animali sacri e, quindi, ben protetti, non ho apprezzato molto vederli costantemente accerchiati da persone per strumentalizzarli con foto e video.
La vita in Giappone non è per nulla costosa. I costi più alti da sostenere per questa vacanza sono l’aereo e il Japan Rail Pass (obbligatorio se si vuole fare un viaggio a più tappe).
L’esperienza in ryokan è assolutamente da provare. Noi abbiamo soggiornato al Kyomachiya Ryokan Sakura Urushitei a Kyoto e ci siamo trovati molto bene. Ci hanno anche dato il kimono per girare all’interno della struttura!
Visitare il Giappone in estate
Assolutamente no! Potendo tornare indietro non lo rifarei.
Il caldo e l’umidità tipico della stagione delle pioggie - che in Asia coincide con i nostri mesi estivi - ci hanno complicato le visite quotidiane, rallentandoci parecchio.
Ovviamente sapevamo che era il periodo sbagliato, ma ci siamo dovuti adattare alle ferie e al budget a disposizione.
Proprio per questo, tra Agosto e Settembre i prezzi sono più bassi e anche la quantità di turisti dovrebbe essere inferiore rispetto ad altri periodi (e meno male!).
Inoltre, data l’umidità, in estate è molto più difficile vedere il Monte Fuji - e noi abbiamo beccato l’unico giorno di pioggia durante l’escursione! Una disavventura che ho raccontato qui.
“In Giappone parlano tutti inglese” cit.
Il fatto che il Giappone sia uno dei Paesi più evoluti al mondo ha generato nelle persone una diretta associazione con l’uso diffuso dell’inglese nella quotidianità.
N-o-n-è-c-o-s-ì.
Sicuramente nelle città più grandi e nella fascia di popolazione più istruita - che per necessità di studio o di lavoro lo ha dovuto imparare - l’inglese è più parlato che in altri Paesi, ma vi assicuro che da turisti vi troverete quasi sempre ad avere a che fare con persone che non lo parlano.
Come si sopravvive? A gesti.
Scherzi a parte, essendo ormai abituati all’enorme flusso di turisti, molti giapponesi capiscono le parole più comuni e cercano di farsi capire con i movimenti del corpo. La cosa che ho apprezzato tantissimo è stato il fatto che chiunque si sforza di capire e di spiegarsi per poter essere d’aiuto.
Una mano puoi averla da Google Translate, mostrando direttamente alla persona interessata la traduzione in giapponese. Ammetto, però, che le poche volte in cui ci abbiamo provato, le persone ci guardavano con aria interrogativa. Non ho idea di cosa abbia tradotto il telefono.
“Ti ingozzerai di sushi” cit.
Erroneamente, si crede che in Giappone si mangi solo ed esclusivamente sushi.
N-o-n-è-c-o-s-ì.
La cucina giapponese è molto varia, sia per pietanze che per tipologie di ristoranti.
Oltre a sushi, ramen e tempura, i piatti più diffusi in Europa, consiglio di provare:
il tonkatsu, cotoletta di maiale impanata e fritta, servita quasi sempre con riso bianco, zuppa di miso e cavolo tritato;
lo shabu-shabu, piatti di fettine di carne che ogni cliente può cucinare al tavolo in un brodo a propria scelta e accompagnarlo con salse e verdure varie (molto buono!);
l’okonomiyaki, una specie omlette/pancake ripiena di tante cose a scelta, tra cui riso, noodles, carne di maiale e cavolo (per nulla leggero!);
i tako-yaki, tipico street food di Osaka, ovvero polpette di polpo in pastella in genere cotte sulla piastra.
Anche le tipologie di ristoranti variano molto per prezzo, qualità del servizio e piatti serviti.
lo street food è molto gettonato e anche molto buono, ma attenzione al divieto di camminare per strada mangiando (una grande contraddizione, lo so). A Tokyo le bancarelle sono poco frequenti, mentre a Osaka e Kyoto ce ne sono ad ogni angolo.
gli izakaya sono simili alle nostre birrerie, ma in ambienti più piccoli e accoglienti. Di solito qui viene servito solo da bere al bancone e difficilmente chi vi servirà parlerà inglese. Comunque sono molto caratteristici e spesso divertenti.
gli shokudo sono locali economici che servono per lo più piatti casalinghi e in cui regna un’atmosfera familiare e accogliente.
i ryotei, invece, sono ristoranti tradizionali particolarmente eleganti e costosi, in cui potrete provare la cucina kaiseki, cioè una sequenza di molte piccole porate che, nel loro insieme creano un percorso gastronomico molto sofisticato. La cuina kaiseki è l’alta cucina giapponese e in molti di questi ristoranti potrete trovare chef stellati.
Parole di supporto per i celiaci come me
Se sei celiac* sappi che hai tutto il mio conforto. In Giappone la celiachia e il glutine sono concetti (quasi) sconosciuti e, anche se molti piatti sono a base di riso, la contaminazione è presente sempre e ovunque.
Trovare qualcosa è difficile, ma non impossibile. Ciò che mi ha salvato dagli attacchi di fame sono stati gli onighiri (traingoli di riso, alga e ripieni di pesce o carne) del 7eleven di tutti i gusti possibili e immaginabili. 😅
A Tokyo ho trovato anche due posticini per niente male: Gluten Free T’s Kitchen (molto buona, anche se un po’ cara) e Ricehack Gluten Free Bakery.
Con un po’ di pazienza ce la farai! (Ma sappi che il sogno di un bel piatto di pasta o di una pizza sarà ricorrente dal giorno 2).
Lo rifarei?
Che sia per la lingua, la cucina, le regole o le diverse abitudini, viaggiare in Giappone è sicuramente un’esperienza sfidante e per nulla rilassante.
In ogni momento dovrete essere pronti ad adattarvi alle complicazioni e a saper gestire gli imprevisti.
Per noi europei questo vale in qualsiasi Paese al di fuori dell’Europa, dove la nostra normalità viene messa in discussione.
Rifarei questo viaggio? 10 mila volte sì.
La bellezza di viaggiare è proprio quella di uscire dalla propria zona di comfort e scoprire cose nuove.
Al primo posto tra i viaggi più belli mai fatti, però, continuo a mettere il viaggio in Islanda.
Ma sono sicura che, allontanandosi dai luoghi più turistici, anche il Giappone può regalare paesaggi mozzafiato dove percepire la vera essenza della cultura giapponese.
10 curiosità sul Giappone che forse non sapevi 🤯
Per noi italiani camminare per strada in Giappone può diventare difficile: mangiare e bere è considerato maleducato, fumare è vietato, e ci sono pochissimi cestini per la spazzatura.
Il Giappone ha i treni più puntuali al mondo. Per i giapponesi questa puntualità è un grande motivo di orgoglio e, in caso di ritardo, gli addetti ai lavori si scusano più volte con i passeggeri. Pensa che in Tokyo Express, uno dei gialli più famosi in Giappone, l’intera investigazione della polizia avviene tramite l’analisi e l’incrocio degli orari dei treni (il ritardo era assolutamente fuori discussione).
In Giappone esistono 5,52 milioni di macchinette che distribuiscono acqua, bibite, cibo e altri prodotti, circa una ogni 23 abitanti. Una salvezza con il caldo estivo!
Sui mezzi pubblici è vietato parlare al telefono ed è obbligatorio impostare la modalità silenziosa. Una delle cose che ho apprezzato di più, giuro. Completamente l’opposto di noi italiani, che nei mezzi pubblici diamo il meglio, tra chiamate con il vivavoce e video a tutto volume.
Fare rumori mentre si mangia è un segno di apprezzamento nei confronti del cibo e di chi l’ha cucinato. Non vi verrà naturale, ma se siete seduti al bancone vicino allo chef, fategli un regalo!
I biglietti nell’autobus si pagano solo alla fine della corsa, al momento di uscire dall’autobus. Le tariffe, infatti, cambiano in base alla fermata. Non preoccupatevi, perciò, appena entrate, ma assicuratevi di avere spiccioli a portata di mano.
Il tasso di immagrazione in Giappone è bassissimo. Circa il 98% della popolazione è di etnia giapponese.
Gli ombrelli sono un accessorio che non può mai mancare, specialmente per le donne. In Giappone viene usato non solo per ripararsi dalla pioggia e dal sole, ma anche dal caldo. In generale, le donne giapponesi non amano esporre la propria pelle al sole poiché averla molto bianca è simbolo di eleganza e purezza. Esiste un supporto per l’ombrello anche sulle bici!
Rispettare la fila è una delle principali regole di convivenza in Giappone. Si fanno file per qualsiasi cosa ed è considerato un grande segno di rispetto nei confronti delle persone che attendono da più tempo. Come in Italia!
In pubblico le persone che leggono utilizzano sempre una custodia per coprire la copertina del libro. In questo modo si evita di far sapere cosa si sta leggendo e, quindi, un’intrusione nella propria intimità. Niente di strano, data la grandissima riservatezza e discrezione dei giapponesi.
💡Cose viste, fatte, scoperte, amate, et al.
Il nuovo spot di Esselunga ha diviso il web. Voi che ne pensate? A me è piaciuta molto l’analisi di Totalmarketing in questo post.
Sono usciti i nuovi episodi del podcast di Marketing Espresso Copywriter che hanno scritto la storia. Questa volta tutti al femminile.
Young Women Network ha lanciato il podcast Hanami, dedicato alla consapevolezza di sé e alla fioritura personale. Obviously adoro il titolo 🌸
La mia dose quotidiana di risate su Instagram: Frank Gramuglia, Mario Caruso e Tommaso Cassissa.
A Novembre parteciperò a Play Copy, il convegno sulla comunicazione strategica ideato da
. Saranno due giorni ricchissimi! Se lavori in ambito marketing e comunicazione, ti consiglio di darci un’occhiata.
⏸️ Prima di andare via…
Se ti va, connettiamoci anche su Instagram 🤳
Per una migliore esperienza nella lettura delle tue newsletter preferite, ti consiglio di scaricare l’app di Substack 📲
Se hai perso i precedenti numeri di Parole Sparse ti consiglio di dare una spulciata all’archivio. 💌
Se ti fa piacere supportare anche economicamente la mia scrittura, puoi offrirmi un caffè virtuale ☕
Se non l’hai ancora fatto, questa è l’occasione giusta per iscriverti a Parole Sparse!
A lunedì prossimo,
Federica 🌊